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Combatti lo stress

“Stress” è una delle parole che usiamo più frequentemente nella giornata. Tutti ci sentiamo in qualche modo stressati perché identifichiamo lo stress con lo stile di vita quotidiano fatto di urgenze continue, impegni multipli da incastrare, scadenze incalzanti e mancanze di pause di riflessione e di recupero. Ma come reagisce il nostro organismo allo stress e come possiamo limitare i danni che può causarci a lungo termine?

a cura del dott. Edoardo Felisi

 

Se chiediamo che cos’è lo stress, riceviamo risposte piuttosto varie che hanno però un minimo comune denominatore: è una condizione che produce una sensazione di malessere, stanchezza, irritabilità, che rende più fragili nei confronti delle malattie e più intolleranti nei confronti degli altri e dei problemi quotidiani. In realtà, lo stress è una risposta adattativa che ha permesso alla specie umana di sopravvivere lungo tutta la sua evoluzione. Hans Selye, il primo teorico dello stress, lo ha concepito come una risposta adattativa che l’organismo mette in atto per superare tutte le situazioni che i suoi sistemi d’allarme giudicano pericolose. La reazione da stress è infatti caratterizzata dalla secrezione di ormoni quali il cortisolo e l’adrenalina che rendono i muscoli più forti e il soggetto più reattivo.

Concepito in questo modo, lo stress non solo ha una valenza positiva, ma è addirittura necessario alla sopravvivenza dell’individuo. Nell’uomo primitivo, però, i pericoli erano di breve durata: ad esempio, doveva decidere se affrontare un predatore o scappare, ma tutto finiva in un tempo breve e i tempi di recupero erano piuttosto lunghi. Noi, uomini moderni, abbiamo ereditato esattamente questa reazione per affrontare quelli che noi percepiamo a livello conscio o inconscio come pericoli. Ma i supposti pericoli di oggi, quelli che vengono definiti stressor, sono profondamente diversi da quelli che doveva affrontare l’uomo primitivo. Gli stressor moderni non sono più fisici, ma psico-sociali (l’ambiente di lavoro, le relazioni sociali, le preoccupazioni finanziarie, la molteplicità degli impegni e il tempo troppo limitato per affrontarli) e, soprattutto, non sono fugaci e persistono per lungo tempo. Questa persistenza dell’azione degli stressor per lungo tempo toglie la possibilità di recuperare e gli effetti e le conseguenze si possono manifestare con disturbi vari e variegati. Quindi, finché lo stress si limita a periodi molto brevi, è una reazione favorevole che ci aiuta ad affrontare e superare situazioni difficili e pericolose, quando invece persiste per un tempo eccessivo supera le capacità di adattamento e diventa fonte di disturbi e malattie sempre più importanti.

Quali sono i segnali che lo stress sta minando la nostra salute? Sono una lunga serie di disturbi apparentemente non collegati tra di loro: iperreattività sensoriale (fastidio nei confronti di rumori e luci), ipereccitabilità muscolare (dolori, fascicolazioni, contratture e crampi muscolari), parestesie (formicolio, intorpidimento, prurito), cefalea, stanchezza già presente al risveglio, aritmie cardiache, ipertensione arteriosa labile, difficoltà digestive sia gastriche sia intestinali, ansia, depressione e irritabilità.

Che cosa possiamo fare in concreto per evitare o compensare lo stress, quando non siamo nelle condizioni di poterlo evitare? Esistono strumenti di vario genere. Il più semplice è l’attività fisica. Ormai è ampiamente dimostrato che una regolare attività fisica, soprattutto aerobica (camminata veloce, jogging, sci di fondo, nuoto, bici, ecc.), ha un effetto antistress. Anche il controllo della respirazione, inteso come l’abituarsi ad usare il diaframma e a rallentare la frequenza respiratoria, è un utile strumento antistress. Lo yoga, il tai chi e la meditazione, attraverso il controllo della respirazione e la decontrazione muscolare, esercitano un’azione di compenso nei confronti dello stress. Poi, possiamo citare il massaggio perché aumenta i livelli di un ormone chiamato ossitocina che contrasta l’azione dannosa del cortisolo, che abbiamo visto essere la sostanza più importante prodotta durante la reazione da stress. Esistono delle tecniche psicofisiologiche, come il biofeedback, che aiutano l’organismo ad allenarsi allo stress riequilibrando il sistema nervoso. Negli ultimi anni ha preso piede una forma di meditazione, nata in occidente, la mindfulness che svolge azione antistress aumentando i livelli di consapevolezza personale.

L’azione di ciascuno di questi strumenti può essere significativamente migliorata e potenziata dall’azione sinergica di una mirata integrazione alimentare. Il Magnesio è il minerale antistress per antonomasia che non può mancare in uno schema antistress. La Rhodiola è un adattogeno, aiuta quindi l’organismo alla reazione da stress contenendone gli effetti dannosi: modula il tono dell’umore, supporta la digestione ed il sistema cardio-vascolare. Rappresenta, quindi, uno strumento molto utile da associare al Magnesio e ad una o più delle tecniche non farmacologiche illustrate precedentemente.


Fonte: rivista Farmacisti Preparatori – Unifarco | Primavera 2020